Nei pressi di Magliano, si può ammirare
la sconosciuta "Muraglia dei Saraceni" (a
fianco nella foto),
vecchia roccaforte per la difesa della sottostante valle, percorsa
anticamente dai
nemici provenienti dalla costa adriatica…
Le mura
di terrazzamento, sono visibili sopra il colle, nei pressi della cadente
chiesetta di S. Lorenzo di Magliano, in posizione a strapiombo sull’alta
valle del
Vezzola.
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Giammario
Sgattoni, testimoniando i racconti degli anziani del luogo, scriveva (su
L’Abruzzo antico, Lanciano, 1979, pg. 149):
"...la Muraglia
dei Saracini non riuscì a difendere le popolazioni che l’avevano
edificata e che s’erano arroccate dietro di essa: nonostante fossero
uomini giganteschi, che si nutrivano ciascuno d’un intero coscio di bue,
furono ad un certo momento, tutti sterminati e il loro castello raso al
suolo da formiche e formiconi...".
Sgattoni racconta ancora. ''Torneremo un
giorno del 1978, a celebrarvi i dieci anni della scoperta, a svelarne
qualcun altro dei "segreti" visibili, in attesa che un saggio ufficiale
della Soprintendenza archeologica ne accerti l'effettiva importanza e ne
disseppellisca magari qualche iscrizione rivelatrice, torneremo alle
muraglie ciclopiche di Colle del Vento presso Piano Vomano, la "muraglia
dei Paladini", e all'altro grandioso muro di terrazzamento sotto l'ormai
diruta chiesetta di San Lorenzo presso Magliano di Torricella Sicura,
che strapiomba sull'alta valle del Vezzola: anche per approfondire un
argomento che ci entusiasmò, nei nostri primi sopralluoghi. Dicevano
infatti gli indigeni, vecchi ed anziani da noi intervistati, che la
"muraglia dei Paladini" non fu finita, i costruttori furono tutti uccisi
mentre la stavano erigendo; e la "muraglia dei Saracini" invece, cioè
quella di Magliano di Torricella, non riuscì a difendere le popolazioni
che s'erano arroccate dietro di essa, che l'avevano edificata:
nonostante fossero uomini giganteschi, che si nutrivano ciascuno d'un
intero coscio di bue, furono ad un certo momento tutti sterminati, il
loro "castello" raso al suolo da "formiche" e "formiconi". Paladini,
Saraceni, formiche, formiconi, e città grandi e piccole scomparse ad un
tratto dalla faccia dell'Abruzzo. Non sono affatto leggende; anzi...''
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Si
può proseguire poi, verso
Faognano.
(a
destra la nuova chiesa di San
Lorenzo e sullo sfondo il paese di Faognano).
Quindi
si raggiunge Pomarolo (877 m) e poi
Macchia S.
Cecilia
(902
m).
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Infine
si giunge a Serra (1096 m).
Questo paese
sarà a breve ristrutturato da una società, insieme ai borghi abbandonati
di
Valle Pezzata e di Martese.
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Ti ringrazio per
aver percorso virtualmente l’intero tragitto, con la speranza che
ti abbia, almeno in parte, convinto sui benefici di una futura sistemazione di questo
percorso.
Siamo
nell'area
Laga del Parco nazionale Gran Sasso-Laga,
quindi i
turisti e gli escursionisti locali avrebbero ulteriori possibilità di fruizione dell’ambiente
oltre che poterne conoscere la storia.
Lungo questo percorso si possono ammirare splendide
vedute, si apprezzano i profumi dei boschi e dei prati, si odono i suoni dell'ambiente
naturale; gli abitanti della montagna, con una serie di agriturismo
potranno far conoscere i prodotti tipici della cucina, succulento ristoro
per il viaggiatore che vorrà sospingersi fino a questi luoghi...
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