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Il Tempio romano di ponte Messato |
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Carla Tarquini |
da "L'Araldo abruzzese",
anno CI - N.33 - 16/10/2005 |
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Era
dipinto di rosso pompeiano, ocra e azzurro. Doveva fare una
grande impressione a chi dalla via Cecilia arrivava a Teramo, la
romana Interamnia.
Di notevoli dimensioni (misurava 31 m x 21), tra i più grandi
del territorio abruzzese, il Tempio ritrovato in tempi recenti
nella zona della Cona si ergeva su un alto podio ed aveva sulla
facciata una scenografica scalinata. Preceduto da un profondo
pronao con 4 colonne sul fronte e 2 per lato, era decorato con
ceramiche dipinte nel timpano, nella trabeazione e nelle
antefisse dove avevano sembianze di divinità tutelari femminili,
le Potnie theròn .
Le cerimonie sacre avvenivano tutte all’esterno, sotto il pronao
o davanti alla scalinata. Nella cella di 80 mq, con mosaico
pavimentale decorato ad onde (tesserine di pasta vitrea rosse e
azzurre), erano ammessi soltanto i sacerdoti.
Costruito in età repubblicana, tra la fine del II sec. a.C. e
l’inizio del I sec., in un’area già sacra ai Pretuzi perché
adibita a necropoli, si trovava sull’asse viario più importante
di Interamnia, quello che metteva in comunicazione la costa
adriatica con la Sabina sul versante tirrenico. Non si sa a
quale dea o dio fosse dedicato perché non sono state rinvenute
né l’iscrizione dedicatoria né la stipe votiva ma è evidente che
la sua struttura architettonica si rifà al modello del tempio
italico. Le tecniche costruttive usate sono invece quelle
romane, come si può vedere nei tratti pervenuti dei muri
portanti della cella, in opera reticolata. Degradato già nel I
sec. d.C., fu oggetto di spoliazioni subito dopo. Gli archeologi
hanno trovato tracce di uno scavo, fatto tutt’intorno al podio,
per sfilare senza romperle le lastre lavorate di travertino.
Dopo un oblio di secoli – non è citato né dalle fonti storiche
né da quelle documentarie – il suo ritrovamento è avvenuto per
caso qualche anno fa durante i lavori di sbancamento per la
costruzione del Lotto “O”.
È stata per Teramo una scoperta sensazionale. Si pensi che degli
altri templi romani che certamente esistevano ad Interamnia non
è mai stata trovata traccia. “Bisognerà dunque che il Tempio
della Cona venga adeguatamente conosciuto e valorizzato e che
entri a far parte di un Parco Archeologico degno di questo nome,
insieme alla necropoli di Ponte Messato e alla via Sacra,
scavate e aperte al pubblico ormai da qualche anno”. Lo ha
detto, parlando al folto pubblico presente nella Sala di Lettura
di via Nicola Palma, venerdì 7 ottobre, l’archeologo Vincenzo
Torrieri che ha illustrato le foto con le immagini delle ultime
scoperte fatte nella campagna di scavo tuttora in corso alla
Cona.
Certamente il Tempio di Ponte Messato potrebbe costituire un
elemento importante in un progetto di sviluppo del turismo
archeologico nel nostro territorio. Insieme al Museo, al Teatro,
all’Anfiteatro, al mosaico del Leone ed agli altri numerosi
reperti romani presenti a Teramo. |
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